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Quando giunge a Firenze nel 1666 alla corte di Ferdinando II, Niccolò Stenone ha 28 anni e fama di grande anatomista, guadagnata nella nativa Copenhagen e ad Amsterdam, Leida e Parigi. Interessato a conoscere la natura dei fossili, intraprende lo studio di quelli toscani e degli strati rocciosi che li contengono. Confortato dagli scambi con i discepoli di Galileo dell’Accademia del Cimento, pubblica a Firenze nel 1667 la prova geometrica dell’origine organica delle glossopetre e delle conchiglie fossili. Nel De Solido Intra Solidum Naturaliter Contento del 1669 delinea la prima storia della terra, riconoscendo che l’Appennino è fatto di strati più antichi di quelli delle colline toscane, definsce i principi geometrici della stratigrafia e per primo riconosce il fenomeno della costanza degli angoli nei cristalli.
Lavora per conto di Cosimo III alla creazione di un museo di nuova concezione. Riporta così da Pisa a Firenze una cernita di oggetti naturalistici appartenuti alle collezioni granducali e raccoglie minerali e fossili in varie località europee. Convertitosi al cattolicesimo durante il soggiorno fiorentino, è ordinato sacerdote nel 1675, diviene vescovo nel 1677 ed è sepolto nella Basilica di San Lorenzo. Nel 1988 è proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo II.
Ultimo aggiornamento
19.10.2021