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Le origini del collezionismo moderno possono essere ricondotte alla passione per le reliquie che animò il mondo occidentale dopo l’avvio delle prime crociate. Successivamente, a partire dalla metà del Quattrocento, Piero il Gottoso, Cosimo I e Francesco I, per custodire le collezioni medicee, concepiscono rispettivamente lo Scrittoio, la Guardaroba, lo Studiolo: luoghi raffinati e preziosi destinati alla contemplazione e alla speculazione estetica.
Con la crisi dei valori del Rinascimento, il collezionismo si allinea alla complessità di un sapere non più circoscrivibile e le raccolte divengono il luogo in cui l’universo va in scena e il privilegiato possessore di tesori può avere la sensazione di esercitarne un rassicurante dominio.
È quindi nel tardo Rinascimento che fioriscono le Wunderkammern, stanze di meraviglie e rarità, in cui si realizza il tentativo di sistematizzazione del sapere per mezzo di una ricostruzione microcosmica del macrocosmo. Le collezioni costituite da Artificialia (manufatti di vario tipo e provenienza), Curiosa (oggetti strani e inusitati) e Naturalia (prodotti della natura) esemplificano la complessità del mondo e forniscono una visione unitaria della realtà e del sapere.
Ultimo aggiornamento
19.10.2021